venerdì 15 gennaio 2010

Mostra fotografica sulle scie chimiche "Let me breathe"

LET ME BREATHE!
mostra fotografica sulle scie chimiche

Questa mostra ha un intento divulgativo: vogliamo contribuire a diffondere la conoscenza del fenomeno delle scie chimiche, un problema di inquinamento ambientale che risulta correlato, a un livello successivo di analisi, ad altre problematiche globali.

Le chemtrails, scie chimiche in italiano, vanno distinte dalle contrails, le normali scie di condensazione degli aerei.

Una contrail si forma sopra gli 8000 metri circa, a temperature minori di -40°C, e con umidità relative superiori o uguali al 70%. Si dissolve in circa 30-50 secondi (in casi particolari può permanere nell'aria per pochi minuti) e pertanto non può essere lunga, ma corta e stretta. A quote inferiori, temperature superiori, valori di umidità inferiori, non si tratta di contrails, ma di altro: chemtrails. Esse sono molto diverse: sono più larghe, persistono nel cielo anche per ore e si espandono trasformandosi in uno strato biancastro, che oscura il sole.

In alcuni giorni si possono contare nell'arco di un'ora decine e decine di scie e in altri giorni si può assistere alla formazione di veri e propri reticolati nel cielo. Queste scie sono state avvistate anche fuori dalle rotte degli aerei di linea, a quote improbabili per gli aerei di linea e in spazi aerei non consentiti al traffico civile e/o commerciale.

Sono dette scie chimiche perchè in seguito a numerose analisi si è riscontrata la presenza, nell'acqua e nel suolo delle zone irrorate, di sostanze chimiche quali bario, alluminio, piombo, argento, etc. Questi metalli pesanti risultano dannosi per l'equilibrio degli ecosistemi e per la salute dell'uomo, che li inala tramite il cibo e l'aria che respira.

Pensiamo che sia fondamentale informarsi e maturare una propria opinione in merito, vagliando tra le varie fonti e imparando a riconoscere quelle fuorvianti. E soprattutto riteniamo che sia fondamentale sperimentare un'esperienza diretta: osservare il cielo, osservare il passaggio degli aerei, ascoltare criticamente le previsioni metereologiche alla ricerca di espressioni fuorvianti, analizzare l'acqua che ci piove addosso e valutare la resa dei nostri terreni coltivati. Essere cittadini attenti, critici, consapevoli. Risvegliarsi.

Non abbiamo certezze sull'argomento e non è nostro intento fornire delle risposte. Non è il nostro compito, del resto. Ci limitiamo a porci delle domande e continuiamo a pretendere delle risposte serie da chi avrebbe la competenza di indagare e di fornire dei risultati attendibili, o ufficialmente riconosciuti come tali.

Il nostro scopo non è terrorizzare ma offrire uno spunto per attivare una ricerca: riteniamo che sia meglio conoscere, anche se quello che si scopre può non piacere o addirittura sconvolgere, piuttosto che vivere nell'ignoranza.

L'arte, in questo caso il tramite fotografico, è il mezzo che abbiamo scelto (e che ci ha scelto). In questi tempi difficili che ci troviamo a vivere, l'arte può riscoprire quella funzione sociale che ha perduto e farsi interprete delle nuove istanze di cambiamento.

I cieli chimici ritratti sono stati realmente fotografati, anche se in momenti diversi rispetto alle scene delle fotografie finali, alle quali sono stati sovrapposti per poi essere elaborati soltanto in termini di luminosità e contrasto.

Le foto mostrano uno scenario apocalittico, direi post-atomico, in cui la presenza umana è relegata a ruolo di vittima spesso inconsapevole, anche quando contribuisce personalmente al funzionamento del sistema e al mantenimento dello status quo, come nel caso degli archetipi del "militare" e del "dottore". Sullo sfondo di cieli chimici si stagliano queste figure spettrali, unite nell'impotenza e nella rabbia contro un progetto di avvelenamento che avanza e che non hanno saputo fermare.

Le didascalie sono tratte dai testi del gruppo musicale Clamidia (www.myspace.com/clamidiarock).

Le fotografie sono di Valentina Urbinati (contatto mail: nv2@live.it) con la collaborazione di Simona Dell'Aquila e del collettivo KC (contatto mail: keepconscious@live.it)

Il collettivo KC (Keep Conscious) nasce a Rimini nel 2008. Opera in quello spazio indefinito che sta tra il reale e il virtuale, quello spazio indicibile che separa il pensiero dalla parola, l'intento dall'azione. Da questo luogo sconosciuto e trascurato raccoglie ogni tipo di suggestione, visiva e sonora, per farsi interprete di una (in)coscienza collettiva e per elaborarla in una prospettiva di cambiamento. Il gruppo è formato al momento da Valentina Urbinati, Simona Dell'Aquila, Roberto Betti, Marco Quieti, Sara Protti e si avvale per i suoi progetti della collaborazione di tante altre persone.


titolo: LET ME BREATHE! esposizione fotografica sul tema delle scie chimiche

Data: sabato 10 ottobre
Luogo: Rimini @ c.s.a. Grotta Rossa, via della Lontra, 40
tipo di evento: esposizione fotografica / concerto

ore 21
inaugurazione mostra fotografica "LET ME BREATHE!
Intervento di Antonio Sarpieri, assessore alla cultura di Savignano sul Rubicone, il primo comune in Italia ad aver approvato una mozione contro le scie chimiche.
Le fotografie
sono di Valentina Urbinati,
l'installazione
"Niente è come sembra" è di oberto Betti,
il video
è di Claudia Querci.

ore 22 inizio
concerti
: CLAMIDIA, PRESA DIRETTA, OCCHI IN APNEA, CURLIEZ.

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